Il fantasma dell’abate by Louisa May Alcott

autore:Louisa May Alcott [Alcott, Louisa May]
La lingua: eng
Format: epub
editore: Mattioli 1885
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

***

“Blanche, vieni qui e riposati, o starai male domani. Ho promesso alla mamma di prendermi cura di te.”

Con questo comando da sorella maggiore, Rose condusse la ragazza su una sedia immensa, abbastanza grande perché vi si potessero sedere entrambe.

“Ora, ascoltami e segui il mio consiglio, perché sono saggia per la mia età, anche se non ho ancora i capelli grigi. Sono tutti occupati, quindi lasciamoli stare e lascia che ti mostri cosa deve essere fatto.”

Rose parlava sottovoce, ma con grande determinazione, e annuì con una tale energia che le bacche di agrifoglio caddero dalle sue spalle bianche.

“Non siamo ricche come potremmo essere, quindi dobbiamo sistemarci il prima possibile e nel miglior modo possibile. Io intendo diventare Lady Treherne. Tu puoi essere l’Onorevole Mrs Annon, se ti ci metti d’impegno.”

“Mia cara, sei impazzita?” sussurrò Blanche.

“Tutt’altro, ma tu verrai considerata pazza se continuerai a sprecare il tuo tempo con Maurice. È povero e invalido, anche se devo ammettere che è molto affascinante. Ama Tavie, e sono sicura che lei lo sposerà. Lei non sopporta Frank, ma ci prova perché Milady glielo ordina. Non ne verrà fuori niente; quindi, uso il tuo fascino e consola quel pover’uomo. La simpatia che prova ora farà crescere l’amore in futuro.”

“Non parlarne qui, Rose, qualcuno potrebbe sentirci” iniziò sua sorella, ma l’altra la interruppe bruscamente.

“Non preoccuparti. Non c’è posto migliore per confessarsi un segreto se non in mezzo a una folla. Ora, ricorda ciò che ti ho detto e fai la tua mossa adesso, finché l’interesse è vivo. Altre persone stanno attente a non parlare mai dei loro piani, ma io non sono un’ipocrita e dico chiaramente ciò che intendo. Tieni a mente i miei consigli e agisci con saggezza. Ora andiamo, forza!”

Treherne sedeva da solo vicino a uno dei grandi camini, osservando quella scena allegra con aria seria. Per lui non c’erano né balli né giochi; poteva solo vagare, cogliendo scorci di piaceri proibiti, di delizie impossibili e di speranze giovanili ormai perdute per sempre. Il suo viso era triste ma il suo sguardo non era cupo. Tuttavia, per Octavia, quella vista era come un muto rimprovero che non riuscì a ignorare a lungo. Avvicinandosi come se volesse scaldarsi accanto al fuoco, gli parlò nel suo solito modo franco e amichevole, e sentì il cuore battere più veloce, vedendo quanto rapidamente il suo atteggiamento cordiale avesse cambiato l’espressione di lui.

“Com’è bello il tuo agrifoglio! Ricordi che andavamo a raccoglierlo sempre per le feste, quando eravamo ancora solo dei bambini felici?” disse lui, guardandola con occhi pieni di tenera ammirazione.

“Sì, lo ricordo. Tutti lo indossano stasera come un distintivo, ma tu non ce l’hai. Lascia che te ne prenda un po’, mi piace che tu sia uno di noi, in tutto e per tutto.”

Si sporse per spezzare un ramoscello verde dal ramo sopra il caminetto, una forte corrente d’aria attirò la sua gonna leggera e, in un istante, fu avvolta dalle fiamme.

“Maurice, salvami, aiutami!” gridò la sua voce, piena di paura e agonia.

Prima che qualcuno potesse raggiungerla,

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